Vene varicose: consigli per proteggere le tue gambe in spiaggia

Vene varicose: consigli per proteggere le tue gambe in spiaggia

Vene varicose: consigli per proteggere le tue gambe in spiaggia

In Italia circa 4 donne su 100.000 soffrono di vene varicose. La popolazione femminile è maggiormente esposta a questo tipo di disturbo a causa delle gravidanze, delle variazioni ormonali o delle occupazioni che costringono a stare in piedi per molto tempo

Come hanno origine le vene varicose?

L’insufficienza venosa è una sindrome che interessa il distretto venoso e provoca un ritorno difficoltoso del sangue al cuore, con un conseguente ristagno di liquidi alle estremità, soprattutto negli arti inferiori.

Le vene interessate sono la grande safena – che percorre la parte interna della gamba e della coscia – e la piccola safena – che invece si estende dalla parte posteriore del polpaccio fino all’incavo del ginocchio. L’origine di questa patologia risiede nell’indebolimento delle pareti venose, che si allungano e si allargano maggiormente rispetto al normale. Nel corso del tempo, questa malattia fa in modo che cedano anche le valvole incaricate di impedire il reflusso sanguineo, con la conseguenza che si presentano accumuli ematici nei vasi (le sottili striature blu facilmente riconoscibili).

Quali sono le cause e i sintomi dell’insufficienza venosa?

Tra le maggiori cause dell’insufficienza venosa rientrano l’ereditarietà e la familiarità, anche se l’obesità e la scarsa attività fisica non sono da sottovalutare.

Un fattore che influisce notevolmente sulla pressione sanguigna delle vene è la postura. Durante la posizione eretta, soprattutto quando è molto prolungata, la pressione venosa aumenta in maniera significativa (parliamo di un incremento dieci volte superiore al normale!). In alcuni casi la causa va ricercata nella primitività della patologia: ciò significa che si può nascere con meccanismi già disfunzionali.

La sintomatologia più comune riportata dai pazienti è la pesantezza degli arti inferiori, la sensazione di formicolio o di prurito alle caviglie.

La malattia venosa cronica, ovvero uno stadio avanzato e permanente del disturbo, prevede maggiori complicanze come ulcere o trombosi venosa superficiale (anche detta flebite) che consiste nella chiusura di un vaso a causa di un coagulo di sangue, cioè un trombo, al suo interno.

Tali sintomi si avvertono maggiormente nel periodo estivo: le alte temperature facilitano la vasodilatazione e provocano una perdita di elasticità sia della cute che della parete dei vasi sanguigni.

Perciò è necessario non sottovalutare gli effetti dell’esposizione al sole. Per chi soffre di vene varicose bisogna muoversi con le dovute precauzioni.

Quali sono gli effetti di un’esposizione solare?

Occorre però fare chiarezza su un punto: non bisogna pensare che il sole faccia male sempre e comunque. Certo è che peggiora il decorso delle varici, ma non sarà semplicemente l’accortezza di non esporsi ai raggi solari che risolverà la situazione di chi soffre di questa patologia. Inoltre, la scarsa esposizione potrebbe causare disagi di altra natura, non solo psicologici ma anche fisiologici (pensiamo a quanto è importante per esempio per la produzione di vitamina D), che si aggiungerebbero a quelli provocati dai problemi vascolari. Per questo motivo possiamo dire che è possibile, per chi soffre di vene varicose, prendere il sole con le dovute precauzioni.

Caso contrario: il divieto di esporsi al sole è categorico per le donne che presentano lesioni estetiche: il peggioramento dei sintomi sopra elencati risulta inevitabile.

Come comportarsi e quali sono le indicazioni da seguire durante l’esposizione al sole?

In primis bisogna evitare di rimanere al sole per molto tempo soprattutto durante le ore più calde della giornata. Inoltre, le lunghe passeggiate sul bagnasciuga riattivano la pompa muscolare e di conseguenza la circolazione degli arti inferiori. In tal caso immergersi fino a metà coscia e camminare in acqua risulta un esercizio che dona sollievo al gonfiore e al dolore delle gambe.

Anche l’utilizzo di creme solari può risultare molto utile e , infatti, in commercio esistono ottime creme in stick che favoriscono l’assorbimento.

Per chi soffre di insufficienza venosa si consigliano creme con protezione non inferiore a 50 SPF. Inoltre, è importante svolgere regolarmente attività fisica e bere molto, così da garantire il necessario ricambio idrico. 

Fonti:

  • Riviste Gruppo Hearst
Tacchi alti e vene varicose tutto quello che è necessario sapere

Tacchi alti e vene varicose tutto quello che è necessario sapere

Tacchi alti e vene varicose tutto quello che è necessario sapere

Le donne amano indossare i tacchi alti per sentirsi belle e mostrare gambe più sottili, ma sono un buon accessorio per la salute delle vene?

Per capire il rapporto tra le scarpe alte e le vene varicose è necessario conoscere come circola il sangue nelle gambe. Il sistema venoso è formato da una combinazione di tubi, pompe e valvole: il sangue pompato dal cuore arriva alle gambe attraverso le arterie e, nel suo percorso, cede ossigeno per consentire il lavoro dei muscoli. Quando diventa povero di ossigeno, si raccoglie nelle vene per tornare al cuore e poi ai polmoni dove viene nuovamente ossigenato.

Camminare attiva il piede e la pompa del polpaccio, spingendo il sangue sulle vene delle gambe. Quando il piede è sollevato dal pavimento, le vene del piede si riempiono di sangue, invece quando il tallone e l’arco del piede toccano a terra, il sangue scorre nelle vene rilassate del polpaccio. Indossare tacchi alti, dunque, comporta un cambiamento della camminata normale: il peso del corpo essendo spostato sull’avampiede e sulle dita dei piedi fa sì che i muscoli del polpaccio si contraggono notevolmente, spremendo le vene delle gambe e imprimendo al sangue la spinta per salire verso l’alto. Contemporaneamente, un sistema di valvole a livello delle vene impedisce al sangue di ricadere verso il basso attraverso un meccanismo di apertura e chiusura, consentendo il flusso in un’unica direzione.

Se le valvole perdono la capacità di chiudersi, il sangue rifluisce verso il basso e si accumula nelle vene provocandone la dilatazione. Infatti, le vene si definiscono varicose quando sono dilatate e tendono ad assumere un andamento tortuoso, formando veri e propri grovigli detti gavoccioli. Questi possono acquisire un colore azzurre o viola scuro e spesso sono abnormi e contorte. Sia il colore che la forma costituiscono un vero e proprio disagio estetico per moltissime donne.

Le varici sono una vera e propria patologia di cui, in forma più o meno grave, solo in Italia ne soffre circa il 25 % della popolazione, con una netta prevalenza nel genere femminile. L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce questa patologia come una “dilatazione sacculare delle vene che appaiono il più delle volte tortuose”. L’espressione “vene varicose” fa riferimento a una patologia chiamata anche “varicosi”, in cui si verifica una dilatazione permanente di una vena associata a una diversa strutturazione delle pareti venose vicino alla superficie della pelle. Principalmente si tratta di un disturbo che predilige gli arti inferiori, sebbene possa manifestarsi anche in altre aree.

Nella maggior parte dei casi le vene varicose sono espressione di un’insufficienza circolatoria venosa, condizione dovuta ad un difficoltoso ritorno del sangue venoso al cuore. Ma le vene varicose possono essere conseguenza di svariati disturbi, quali: trombi a carico delle vene profonde, compromissione dei vasi, deficienza della pompa muscolare, obesità e sedentarietà.

Al di là dei disturbi estetici, le vene varicose possono provocare sintomi come caviglie gonfie, crampi muscolari, gambe gonfie e stanche, percezione costante di freddo e teleangectasie, cioè ingrossamenti dei vasi sanguigni.

Tra le cause che provocano maggiormente le vene varicose sono da considerare l’età, un’occupazione che richiede molto tempo in piedi, l’obesità e il numero di gravidanze. Invece per quanto riguarda l’ereditarietà, non è stata dimostrata scientificamente, ma una predisposizione familiare è evidente.

Un recente incontro dedicato alle cause e alle fake news più diffuse in tema di vene varicose, Sergio Losa, Direttore dell’Unità di Chirurgia Vascolare dell’IRCCS MultiMedica afferma che “Familiarità, professioni che impongono di stare molto tempo in piedi, fermi nella stessa posizione (dai panettieri ai chirurghi), obesità e scarsa attività fisica sono alcuni dei principali fattori di rischio. È invece un falso mito – precisa l’esperto – quello secondo cui portare scarpe con i tacchi alti provochi le vene varicose. Non permettendo una corretta contrattura del polpaccio, i tacchi, se portati per diverse ore al giorno, influiscono non tanto sulla comparsa e la progressione delle varici quanto sulla sintomatologia della stasi venosa, arrecando un senso di pesantezza e stanchezza alle gambe”.

Uno studio pubblicato sul Journal of Vascular Surgery ha confrontato tre tipi di calzature: i tacchi di 3,5 centimetri, i tacchi a spillo di 7 centimetri e le zeppe di 7 centimetri. Sono state valutati scientificamente gli effetti sull’appoggio plantare e sulla pompa muscolare del polpaccio in alcune giovani donne durante la simulazione della loro camminata.

I ricercatori hanno osservato che con le scarpe da 7 centimetri la funzione della pompa muscolare si riduce e la pressione venosa è più alta del normale. I suoi valori si mantengono invece a livelli fisiologici con il tacco di 3,5 centimetri, infatti con queste calzature l’appoggio plantare è adeguato e i muscoli lavorano correttamente. La zeppa invece risulta essere nemica della corretta circolazione: con questo tipo di calzatura, a dispetto di un senso di maggiore stabilità rispetto al tacco a spillo, viene ridotto l’effetto della spremitura plantare proprio a causa della rigidità della suola.

In conclusione, la formazione di vene varicose a causa dei tacchi alti è una falsa credenza, ma i Flebologi consigliano comunque di non indossare scarpe alte troppo a lungo, specialmente se si deve sostare in piedi per tanto tempo. Anche se non si svilupperanno vene varicose, dopo una lunga giornata con queste calzature, comunque si potrebbe accusare gonfiore, pesantezza, rossori alle gambe e ai piedi, soprattutto in estate. Ad ogni modo i Flebologi consigliano i tacchi larghi, alti circa 3-5 centimetri e suggeriscono di evitare calzature molto basse, come le ballerine, poiché pregiudicano la compressione, cioè la funzione di spinta sulla pianta del piede, ma mettono a rischio la schiena. Dunque, il tacco medio e le calze elastiche risultano i migliori alleati per la salute delle gambe.  

 

Fonte

https://www.veinspecialists.com/blog/high-heels-and-varicose-veins/

Riviste Hearst Group

Obiettivo vacanza: prima di partire pensa alle tue gambe

Obiettivo vacanza: prima di partire pensa alle tue gambe

Obiettivo vacanza: prima di partire pensa alle tue gambe

La partenza per le vacanze è alle porte? Alcuni accorgimenti possono aiutare ad alleviare i sintomi dell’insufficienza venosa in auto, in aereo, al mare o in montagna.

La circolazione periferica degli arti inferiori è sottoposta alla “doppia” fatica di dover pompare il sangue di ritorno verso il cuore e di contrastare gli effetti della forza di gravità terrestre, tutto ciò rallenta ulteriormente quando si affronta un viaggio o si va in vacanza. Dunque, prima di partire, è necessario sapere quali sono i comportamenti migliori per ridurre al minimo i disagi e aiutare la circolazione periferica.

L’insufficienza venosa è un disturbo della circolazione caratterizzato da un ritorno difficoltoso di sangue dalle estremità al cuore. La manifestazione più tipica è la comparsa delle “vene varicose”, ossia vene ingrossate, dilatate e tortuose poste sulla superficie della pelle delle gambe e di altre parti del corpo. Le varici sono una condizione patologica molto comune che colpisce principalmente le donne con età maggiore ai cinquant’anni.

I sintomi dell’insufficienza venosa come gonfiore, formicolio, crampi e vene dilatate, possono acuirsi sia in viaggio che in vacanza. Perciò cosa mettere in valigia? Sicuramente una buona crema per le gambe che agisca sulla stasi venosa, riducendo il ristagno dei liquidi e migliorando l’aspetto della pelle.

Gli spostamenti verso le più amate mete di vacanza possono rivelarsi un ulteriore stress per le gambe, infatti per i viaggi superiori alle 3-4 ore in aereo o in treno è consigliato indossare una calza elastica: l’uso di una calza a compressione graduata migliora i disturbi funzionali e rallenta l’evoluzione della malattia venosa.

Inoltre è vantaggioso muoversi durante il viaggio, cambiare spesso posizione, alzarsi e cercare di fare qualche passeggiata nei corridoi. Ma soprattutto i voli aerei intercontinentali che durano fino a 10-12 ore possono arrecare problemi di circolazione del sangue agli arti inferiori poiché assumendo una posizione obbligata in spazi ristretti per tanto tempo, le probabilità che le vene si dilatino è molto alta.

I lunghi viaggi in aereo possono portare caviglie e piedi gonfi, formicolio e prurito, crampi improvvisi, fino alla trombosi delle vene delle gambe. Perciò la maggior parte dei Flebologi suggeriscono di eseguire durante il volo alcuni esercizi di flessione del piede sulla gamba, stando seduti o consigliano di flettere le gambe sull’addome, portando le ginocchia al petto o di contrarre ritmicamente i polpacci, favorendo così il microcircolo. Inoltre bere molta acqua durante il volo e non portare biancheria o indumenti molto stretti, soprattutto all’inguine sono suggerimenti utili da adottare. Ma soprattutto nei viaggi aerei prolungati occorre ricordare di indossare delle calze elastiche, che svolgono un ruolo fondamentale nella prevenzione della trombosi.

Ciò vale anche per i lunghi viaggi in automobile, fare una sosta ogni ora e camminare per qualche minuto è fortemente consigliato. Anche per chi deve spostarsi in macchina ogni giorno, magari per lunghi tragitti, al termine della guida finisce pei trovarsi con le gambe gonfie, in preda a sgradevoli formicolii e prurito. Anche in questo caso stare seduti a lungo non stimola il microcircolo, ma aumenta il rischio di dilatazione e stasi venosa.

Una volta arrivati a destinazione è consigliato sdraiarsi per almeno un’ora e tenere i piedi sollevati. Bisogna tener presente che le gambe si gonfiano a causa del calore, perciò è preferibile stare in ambienti freschi e ventilati. Anche in vacanza e nei momenti di relax, alcuni comportamenti possono alleviare i sintomi della malattia venosa.

Al mare, ad esempio, è consigliato evitare l’esposizione delle gambe al sole, soprattutto quando i raggi UV sono più intensi, ossia dalle 12 alle 16 circa. Un’alternativa è restare sotto l’ombrellone o in luoghi riparati da sole, così da evitare che le vene si dilatino troppo. L’idroterapia è molto importante per il microcircolo: farsi docce fredde contro la calura, nuotare spesso, camminare a mezz’acqua o applicare creme o gel flebotonici rinfrescanti risultano un toccasana per chi soffre di insufficienza venosa. Ricordate di applicarli al ritorno dal mare. Prima potrebbero causare una fotosensibilizzazione che può arrecare dei danni dermatologici alla persona interessata.

In montagna invece, le basse temperature giovano notevolmente alla circolazione, ma bisogna prestare attenzione alle attività che si svolgono. Le vacanze in altitudine, tra gli 800 e i 1200 metri, prevedono lunghe camminate, escursioni e uscite in bicicletta che stimolano il microcircolo e rinforzano vene e capillari, ma non bisogna esagerare. Talvolta è necessario fermarsi, stare al riposo e bere molta acqua.

Inoltre, quando si è in vacanza ci si lascia andare con l’alimentazione: cibi troppo pesanti e grassi o ricchi di sodio come salumi e formaggi, possono causare ritenzione idrica, aggravando il gonfiore agli arti inferiori. Stesso discorso vale per le bevande alcoliche. Perciò i Flebologi consigliano di mangiare cibi genuini del luogo, ma con moderazione.

In conclusione la vacanza che si consiglia a chi soffre di insufficienza venosa è alle terme: le terapie termali hanno un’azione analgesica, antispastica e tonificante e i percorsi in vasche a diverse temperature consentono di alternare camminate in acqua calda e fredda attivando efficacemente la circolazione e portando notevoli benefici.

Come uno stile di vita sedentario può influire sulla comparsa delle vene varicose

Come uno stile di vita sedentario può influire sulla comparsa delle vene varicose

Come uno stile di vita sedentario può influire sulla comparsa delle vene varicose

Uno stile di vita sano e l’attività fisica aiutano ad evitare la comparsa delle vene varicose.

Le vene varicose sono vene scure tendenti al blu o al violaceo, sporgenti e contorte che di solito compaiono sul retro del polpaccio, all’interno della gamba o all’inguine. Queste si sviluppano quando le valvole unidirezionali che spingono il sangue verso l’alto attraverso le gambe in direzione del cuore si deteriorano, non garantendo così il corretto funzionamento. Nelle vene normali queste valvole lavorano insieme, in modo da consentire al sangue di fluire verso l’alto, per poi chiudersi e fermare il sangue che scorre verso il basso. Quando le valvole si deteriorano, il ritorno del sangue non è garantito e la pressione nella vena aumenta, allungandosi e dilatandosi.

Le varici rappresentano una condizione patologica molto comune, possono causare spiacevoli problemi agli arti inferiori tra cui dolore, sensazione di affaticamento, pesantezza e gonfiore alle caviglie. Tutti questi sintomi, se non prevenuti e curati, tendono a peggiorare con il passare del tempo: possono comparire piaghe e ulcere sulla superficie della pelle nelle aree interessate a causa dell’accumulo di liquidi e della pressione del sangue.

Per cure più adeguate ed efficaci risulta fondamentale rivolgersi ad un angiologo o ad uno specialista vascolare.

Qual è la principale causa dell’insorgenza di varici?

Le malattie vascolari possono essere causate da vari fattori: l’ereditarietà, uno stile di vita sedentario, il tipo di attività lavorativa, possibili sbalzi ormonali e gravidanze. 

La sedentarietà risulta però essere tra i maggiori fattori di rischio per numerose patologie croniche a carico del sistema cardio-circolatorio. Stare seduti sul divano davanti alla televisione è sicuramente piacevole e comodo, ma risulta dannoso per la salute.

Il 25% delle persone nei Paesi sviluppati e in via di sviluppo siedono per 8 o più ore al giorno. Una buona notizia è che la sedentarietà si presenta come un fattore di rischio modificabile: alzarsi e muoversi sono la chiave per riattivare il microcircolo venoso e per vivere meglio e in buona salute.

Perché l’attività fisica è basilare per un corretto funzionamento dei muscoli e del sistema circolatorio?

Quando si cammina il muscolo del polpaccio si contrae e spinge il sangue dalla periferia verso il cuore, facendo aprire delle valvole unidirezionali presenti all’interno delle vene degli arti inferiori.

Più efficienti sono i muscoli, più efficiente sarà il flusso sanguigno: soprattutto le persone affette da insufficienza venosa è necessario che abbiano una muscolatura sana attraverso la pratica e l’attività fisica, in modo da evitare ulteriori conseguenze.

Come prevenire le vene varicose?

Per mantenere in salute le vene è fondamentale praticare una costante e moderata attività fisica, ed intraprende delle sane abitudini.

Alcuni utili consigli:

  • Camminare ogni giorno per circa 30 minuti
  • Cambiare le abitudini quotidiane come salire le scale evitando di prendere l’ascensore
  • Eseguire movimenti di dorsiflessione dei piedi
  • Parcheggiare l’automobile più lontano quando si va a fare la spesa.
  • Praticare il nuoto
  • In vacanza al mare, camminare con le gambe nell’acqua
  • Dormire tenendo le gambe leggermente sollevate rispetto al resto del corpo per facilitare il deflusso
  • Non indossare quotidianamente i tacchi alti o scarpe senza tacco. Come già detto, è bene preferire calzature con un tacco di 5 cm
Gambe pesanti e varici? Il lavoro potrebbe essere una delle cause

Gambe pesanti e varici? Il lavoro potrebbe essere una delle cause

Gambe pesanti e varici?
Il lavoro potrebbe essere una delle cause

Stare in piedi per lunghi periodi a causa del lavoro influisce sulla circolazione: provoca gonfiore ai piedi e alla parte inferiore delle gambe e, in soggetti predisposti, la comparsa di vene varicose. Ciò è dovuto al fatto che i muscoli della gamba non sono molto attivi e non aiutano le vene a trasportare il sangue dall’arto inferiore verso il cuore. Con il trascorrere del tempo, la pressione eccessiva nelle vene provoca il malfunzionamento delle piccole valvole presenti dentro le vene, con conseguente comparsa di varici.

Nelle forme iniziali le varici generalmente non presentano alcun sintomo e rappresentano soltanto un inconveniente estetico, ma con il tempo possono diventare un vero e proprio problema e causare un senso di pesantezza delle gambe con dolore più o meno intenso. Se prolungato può comportare gravi conseguenze, come danno endoteliale e aumento della permeabilità vascolare.

Studi dimostrano che il rischio di insorgenza di malattie venose aumenta nei soggetti che restano in piedi più di tre ore al giorno.

Come prevenire l’insorgenza di vene varicose?

Alcuni consigli per alleviare il senso di pesantezza alle gambe durante l’attività lavorativa e ridurre i rischi:

  • Indossa le scarpe adatte: scegli scarpe comode, a pianta larga, con tacchi bassi e appoggia bene la pianta del piede per aiutare la pompa dei muscoli del polpaccio.
  • Sostituisci regolarmente le calzature, soprattutto se lavori in piedi.
  • Evita di indossare abiti stretti che limitano la corretta circolazione e causano dolore e gonfiore
  • Mentre lavori in piedi, sposta il peso di tanto in tanto da una gamba all’altra e in seguito porta un piede in avanti e uno di lato.
  • Appoggia i piedi su un poggiapiedi o uno sgabello
  • Fai pause ogni ora, se è possibile
  • Alzati ritmicamente sulla punta dei piedi
  • Cura l’alimentazione: segui una dieta povera di grassi ma ricca di vitamine e di fibre.
  • Bevi a sufficienza, almeno due litri al giorno: la mancanza di liquidi ispessisce il sangue e questo danneggia le vene.
  • Svolgi regolarmente un’attività fisica: gli sport più adatti sono quelli che fanno lavorare le gambe, come camminare e fare jogging su terreno morbido, fare escursioni.
  • Adotta comportamenti e stili di vita sani: dormi con le gambe sollevate di una decina di centimetri, fai una breve passeggiata durante i viaggi più lunghi in auto e in aereo, alzati spesso sulle punte dei piedi.
  • Indossa abitualmente calze elastiche a compressione graduale, soprattutto se hai una predisposizione ereditaria all’insufficienza venosa o se sei in gravidanza;

Rivolgiti al medico in presenza di fattori di rischio che predispongono ad un’insufficienza venosa grave (quali obesità, gravidanza, immobilità), a gonfiore e dolore diffuso alle caviglie e alle gambe, crampi, ulcere o in caso di un precedente episodio di trombosi venosa profonda.

Insufficienza venosa e obesità, quali correlazioni ci sono?

Insufficienza venosa e obesità, quali correlazioni ci sono?

Nei paesi occidentali si stima che l’incidenza dell’insufficienza venosa cronica sia del 60% sulla popolazione adulta, mentre negli altri continenti, quali Africa, Asia ed Oceania, è molto meno diffusa. Tale incidenza aumenta con il passare degli anni, raggiungendo l’apice in corrispondenza della sesta, settima decade di vita, e sembra essere da 2 a 3 volte più frequente nel sesso femminile rispetto al sesso maschile: la malattia vascolare a carico degli arti inferiori è del 5-10% nella popolazione adulta maschile mentre del 50-55% in quella femminile.

Come si manifesta l’insufficienza venosa cronica?

L’insufficienza venosa cronica si manifesta in vari modi, la sintomatologia il più delle volte si nasconde dietro a spie che sembrano trascurabili quali stanchezza e gonfiore alle gambe; si tratta tuttavia di una condizione patologica che se non trattata preventivamente con farmaci curativi e non solo sintomatici, influisce in maniera negativa sulla qualità di vita dei pazienti. I sintomi infatti possono evolversi divenendo molto fastidiosi fino alla comparsa di un vero e proprio dolore, talora invalidante, oltre agli inestetismi cutanei, quali le varici.

Quali sono i fattori di rischio?

Tra i fattori di rischio, a parte la predisposizione familiare, vanno considerati:

  • i fattori ormonali: le gravidanze, la menopausa, l’uso dei contraccettivi orali e transdermici;
  • i fattori occupazionali: i lavori che richiedono una prolungata stazione eretta, quali stiratrice, parrucchiere, commessa ecc; i lavori in ambienti caldo-umidi, quali fornaio, cuoco ecc;
  • lo stile di vita: la scarsa attività fisica, la sedentarietà, l’abbigliamento caratterizzato da capi in tessuto sintetico ed aderente e le scarpe con tacchi alti e a spillo o senza alcun tacco (le “ballerine”);
  • fattori alimentari: il sovrappeso, l’obesità;

L’insufficienza venosa e il sovrappeso.

Il sovrappeso e ancor di più l’obesità predispongono l’individuo ad una serie di rischi cardiovascolari, tra cui le malattie venose.

Il sovrappeso è un aspetto presente in molti soggetti affetti da malattie vascolari, nei quali il distretto degli arti inferiori è sede di ritenzione idrica e di complicanze flebologiche molto più di quanto si osservi nei soggetti magri o normotipi. Questo perché le persone obese tendenzialmente effettuano poca attività fisica, attivando poco o male il microcircolo. L’incremento del peso corporeo determina anche un appiattimento della volta plantare, con riduzione dell’efficacia della pompa plantare. Inoltre, l’alterata respirazione in aggiunta alla pressione endoaddominale, dovuto alla grande quantità di cellule adipose presenti nell’addome, porta ad un rallentato deflusso di sangue dagli arti inferiori al cuore, specie quando il soggetto si trova in posizione ortostatica, vale a dire fermo e in piedi. Il sangue di conseguenza ristagna nel distretto microcircolatorio, l’ipertensione venosa dilata le venule ed i capillari, comportando la comparsa delle teleangectasie e delle varici.

Quando alla condizione di sovrappeso, o peggio di obesità, si associa anche la familiarità o la debolezza della parete venosa (dovuta ad un alterato contenuto di elastina e collagene a carico della parete dei vasi), ecco che la malattia varicosa si estrinseca in tutto il suo potenziale, con la comparsa di vene varicose evidenti e palpabili a livello della gamba e coscia.

Come combattere l’insorgenza delle vene varicose?

In primis è necessario tener presente che il peso corporeo dipende da un perfetto equilibrio tra quanto si introduce e quanto si consuma in termini di calorie. Ne consegue che la sedentarietà va necessariamente contrastata, sia perché muovendosi poco, e quindi non consumando calorie, si tende ad ingrassare, sia perché favorisce la stasi ematica a livello degli arti inferiori, favorendo l’insorgenza, o aggravandola se preesistente, dell’insufficienza venosa cronica. In caso di immobilismo protratto o di posizione stazionaria prolungata è buona abitudine compiere flessioni ed estensioni della caviglia o sollevarsi ripetutamente sulla punta dei piedi.

In secondo luogo occorre praticare attività sportiva, come la camminata o il nuoto, ed indossare abiti non troppo stretti, che potrebbero portare ad un aumento della pressione endoaddominale. Il tutto va coadiuvato ad una corretta dieta alimentare per perdere peso.

Un suggerimento? Dormire tenendo le gambe sollevate rispetto al piano del cuore di circa 10-15 cm, favorisce il corretto deflusso del sangue dagli arti inferiori al cuore.