Nei paesi occidentali si stima che l’incidenza dell’insufficienza venosa cronica sia del 60% sulla popolazione adulta, mentre negli altri continenti, quali Africa, Asia ed Oceania, è molto meno diffusa. Tale incidenza aumenta con il passare degli anni, raggiungendo l’apice in corrispondenza della sesta, settima decade di vita, e sembra essere da 2 a 3 volte più frequente nel sesso femminile rispetto al sesso maschile: la malattia vascolare a carico degli arti inferiori è del 5-10% nella popolazione adulta maschile mentre del 50-55% in quella femminile.

Come si manifesta l’insufficienza venosa cronica?

L’insufficienza venosa cronica si manifesta in vari modi, la sintomatologia il più delle volte si nasconde dietro a spie che sembrano trascurabili quali stanchezza e gonfiore alle gambe; si tratta tuttavia di una condizione patologica che se non trattata preventivamente con farmaci curativi e non solo sintomatici, influisce in maniera negativa sulla qualità di vita dei pazienti. I sintomi infatti possono evolversi divenendo molto fastidiosi fino alla comparsa di un vero e proprio dolore, talora invalidante, oltre agli inestetismi cutanei, quali le varici.

Quali sono i fattori di rischio?

Tra i fattori di rischio, a parte la predisposizione familiare, vanno considerati:

  • i fattori ormonali: le gravidanze, la menopausa, l’uso dei contraccettivi orali e transdermici;
  • i fattori occupazionali: i lavori che richiedono una prolungata stazione eretta, quali stiratrice, parrucchiere, commessa ecc; i lavori in ambienti caldo-umidi, quali fornaio, cuoco ecc;
  • lo stile di vita: la scarsa attività fisica, la sedentarietà, l’abbigliamento caratterizzato da capi in tessuto sintetico ed aderente e le scarpe con tacchi alti e a spillo o senza alcun tacco (le “ballerine”);
  • fattori alimentari: il sovrappeso, l’obesità;

L’insufficienza venosa e il sovrappeso.

Il sovrappeso e ancor di più l’obesità predispongono l’individuo ad una serie di rischi cardiovascolari, tra cui le malattie venose.

Il sovrappeso è un aspetto presente in molti soggetti affetti da malattie vascolari, nei quali il distretto degli arti inferiori è sede di ritenzione idrica e di complicanze flebologiche molto più di quanto si osservi nei soggetti magri o normotipi. Questo perché le persone obese tendenzialmente effettuano poca attività fisica, attivando poco o male il microcircolo. L’incremento del peso corporeo determina anche un appiattimento della volta plantare, con riduzione dell’efficacia della pompa plantare. Inoltre, l’alterata respirazione in aggiunta alla pressione endoaddominale, dovuto alla grande quantità di cellule adipose presenti nell’addome, porta ad un rallentato deflusso di sangue dagli arti inferiori al cuore, specie quando il soggetto si trova in posizione ortostatica, vale a dire fermo e in piedi. Il sangue di conseguenza ristagna nel distretto microcircolatorio, l’ipertensione venosa dilata le venule ed i capillari, comportando la comparsa delle teleangectasie e delle varici.

Quando alla condizione di sovrappeso, o peggio di obesità, si associa anche la familiarità o la debolezza della parete venosa (dovuta ad un alterato contenuto di elastina e collagene a carico della parete dei vasi), ecco che la malattia varicosa si estrinseca in tutto il suo potenziale, con la comparsa di vene varicose evidenti e palpabili a livello della gamba e coscia.

Come combattere l’insorgenza delle vene varicose?

In primis è necessario tener presente che il peso corporeo dipende da un perfetto equilibrio tra quanto si introduce e quanto si consuma in termini di calorie. Ne consegue che la sedentarietà va necessariamente contrastata, sia perché muovendosi poco, e quindi non consumando calorie, si tende ad ingrassare, sia perché favorisce la stasi ematica a livello degli arti inferiori, favorendo l’insorgenza, o aggravandola se preesistente, dell’insufficienza venosa cronica. In caso di immobilismo protratto o di posizione stazionaria prolungata è buona abitudine compiere flessioni ed estensioni della caviglia o sollevarsi ripetutamente sulla punta dei piedi.

In secondo luogo occorre praticare attività sportiva, come la camminata o il nuoto, ed indossare abiti non troppo stretti, che potrebbero portare ad un aumento della pressione endoaddominale. Il tutto va coadiuvato ad una corretta dieta alimentare per perdere peso.

Un suggerimento? Dormire tenendo le gambe sollevate rispetto al piano del cuore di circa 10-15 cm, favorisce il corretto deflusso del sangue dagli arti inferiori al cuore.