Vene varicose: chi ne soffre di più?

Le vene varicose, oltre ad essere un fastidioso inconveniente estetico, rappresentano la manifestazione di una patologia vascolare di rilievo, che interessa soprattutto le donne.

Le vene varicose o varici sono una conseguenza dell’insufficienza venosa. Sono vene superficiali dilatate (di diametro superiore ai 3 mm) che si manifestano principalmente agli arti inferiori. Il meccanismo che probabilmente è alla base della loro formazione è in rapporto all’indebolimento delle valvole contenute nei vasi venosi, con aumento della pressione e ristagno di sangue; le pareti della vena quindi si distendono, si allungano e, come un elastico sfibrato, si incurvano gonfiandosi come un palloncino in miniatura con difficoltà nello spingere il sangue verso il cuore. È un processo lento che nel tempo può portare a varie complicazioni: da semplici problemi estetici a trombosi, flebiti ed insufficienza venosa cronica

Ecco i principali fattori di rischio che predispongono maggiormente ad ammalarsi di insufficienza venosa:

1) Sesso

Le donne hanno un rischio maggiore, infatti le vene varicose colpiscono più frequentemente la popolazione femminile e l’incidenza è direttamente proporzionale con l’aumentare dell’età.

2) Familiarità

Esiste una predisposizione genetica allo sviluppo di varici e questa gioca un ruolo di grande impatto nella loro insorgenza.

3) Età

Tale patologia si manifesta prevalentemente in persone con età > 40- 50 anni, questo perché con l’avanzare dell’età le pareti delle vene diventano meno elastiche e le valvole, che svolgono un ruolo fondamentale nell’impedire il reflusso sanguigno, tendono a perdere forza.

4) Distribuzione geografica

Da uno studio svolto in Italia è emerso che la malattia venosa segue anche un gradiente geografico, indicando differenze marcate anche in base all’appartenenza geografica. La popolazione che vive al sud è maggiormente colpita da malattia venosa; tale incidenza è da attribuire verosimilmente alle diverse condizioni climatiche, mostrando sintomi più evidenti nelle stagioni calde. 1

5) Gravidanza

Anche la gravidanza è un fattore di rischio, aumenta il tasso di progesterone che rilassa le pareti muscolari dei vasi sanguigni, aumenta il volume dell’utero comprimendo le vene pelviche con conseguente scarso ritorno del sangue: la pressione interna aumenta e la parete della vena progressivamente cede portando così alla dilatazione della vena che diventa varicosa. L’incidenza è progressiva ed aumenta con il numero delle gravidanze e dei parti.

6) Peso corporeo

L’aumento di peso, e ancora peggio l’obesità contribuiscono ad aumentare la pressione del sangue all’interno dei vasi; di conseguenza le pareti venose sono sottoposte a forti sollecitazioni che a lungo andare le danneggiano.

7) Professione

Alcune occupazioni, come parrucchieri, commessi, cuochi, e particolarmente quelle che obbligano ad una prolungata stazione eretta, possono causare lo sviluppo di varici. Anche lo stare troppo seduti ostacola il ritorno venoso, e una postura “alterata” è causa di sviluppo di malattia vascolare.

8) Terapia ormonale

Pillola contraccettiva e trattamento ormonale sostitutivo possono portare alla comparsa progressiva di capillari e varici reticolari; ciò è spesso dovuto all’effetto esercitato dagli ormoni sui piccoli vasi sottocutanei delle gambe, che tendono a dilatarsi e a produrre delle tipiche “ragnatele” di capillari (cosiddette vene a ragno o spider veins).