Vene varicose: consigli per proteggere le tue gambe in spiaggia

Vene varicose: consigli per proteggere le tue gambe in spiaggia

Vene varicose: consigli per proteggere le tue gambe in spiaggia

In Italia circa 4 donne su 100.000 soffrono di vene varicose. La popolazione femminile è maggiormente esposta a questo tipo di disturbo a causa delle gravidanze, delle variazioni ormonali o delle occupazioni che costringono a stare in piedi per molto tempo

Come hanno origine le vene varicose?

L’insufficienza venosa è una sindrome che interessa il distretto venoso e provoca un ritorno difficoltoso del sangue al cuore, con un conseguente ristagno di liquidi alle estremità, soprattutto negli arti inferiori.

Le vene interessate sono la grande safena – che percorre la parte interna della gamba e della coscia – e la piccola safena – che invece si estende dalla parte posteriore del polpaccio fino all’incavo del ginocchio. L’origine di questa patologia risiede nell’indebolimento delle pareti venose, che si allungano e si allargano maggiormente rispetto al normale. Nel corso del tempo, questa malattia fa in modo che cedano anche le valvole incaricate di impedire il reflusso sanguineo, con la conseguenza che si presentano accumuli ematici nei vasi (le sottili striature blu facilmente riconoscibili).

Quali sono le cause e i sintomi dell’insufficienza venosa?

Tra le maggiori cause dell’insufficienza venosa rientrano l’ereditarietà e la familiarità, anche se l’obesità e la scarsa attività fisica non sono da sottovalutare.

Un fattore che influisce notevolmente sulla pressione sanguigna delle vene è la postura. Durante la posizione eretta, soprattutto quando è molto prolungata, la pressione venosa aumenta in maniera significativa (parliamo di un incremento dieci volte superiore al normale!). In alcuni casi la causa va ricercata nella primitività della patologia: ciò significa che si può nascere con meccanismi già disfunzionali.

La sintomatologia più comune riportata dai pazienti è la pesantezza degli arti inferiori, la sensazione di formicolio o di prurito alle caviglie.

La malattia venosa cronica, ovvero uno stadio avanzato e permanente del disturbo, prevede maggiori complicanze come ulcere o trombosi venosa superficiale (anche detta flebite) che consiste nella chiusura di un vaso a causa di un coagulo di sangue, cioè un trombo, al suo interno.

Tali sintomi si avvertono maggiormente nel periodo estivo: le alte temperature facilitano la vasodilatazione e provocano una perdita di elasticità sia della cute che della parete dei vasi sanguigni.

Perciò è necessario non sottovalutare gli effetti dell’esposizione al sole. Per chi soffre di vene varicose bisogna muoversi con le dovute precauzioni.

Quali sono gli effetti di un’esposizione solare?

Occorre però fare chiarezza su un punto: non bisogna pensare che il sole faccia male sempre e comunque. Certo è che peggiora il decorso delle varici, ma non sarà semplicemente l’accortezza di non esporsi ai raggi solari che risolverà la situazione di chi soffre di questa patologia. Inoltre, la scarsa esposizione potrebbe causare disagi di altra natura, non solo psicologici ma anche fisiologici (pensiamo a quanto è importante per esempio per la produzione di vitamina D), che si aggiungerebbero a quelli provocati dai problemi vascolari. Per questo motivo possiamo dire che è possibile, per chi soffre di vene varicose, prendere il sole con le dovute precauzioni.

Caso contrario: il divieto di esporsi al sole è categorico per le donne che presentano lesioni estetiche: il peggioramento dei sintomi sopra elencati risulta inevitabile.

Come comportarsi e quali sono le indicazioni da seguire durante l’esposizione al sole?

In primis bisogna evitare di rimanere al sole per molto tempo soprattutto durante le ore più calde della giornata. Inoltre, le lunghe passeggiate sul bagnasciuga riattivano la pompa muscolare e di conseguenza la circolazione degli arti inferiori. In tal caso immergersi fino a metà coscia e camminare in acqua risulta un esercizio che dona sollievo al gonfiore e al dolore delle gambe.

Anche l’utilizzo di creme solari può risultare molto utile e , infatti, in commercio esistono ottime creme in stick che favoriscono l’assorbimento.

Per chi soffre di insufficienza venosa si consigliano creme con protezione non inferiore a 50 SPF. Inoltre, è importante svolgere regolarmente attività fisica e bere molto, così da garantire il necessario ricambio idrico. 

Fonti:

  • Riviste Gruppo Hearst
Tacchi alti e vene varicose tutto quello che è necessario sapere

Tacchi alti e vene varicose tutto quello che è necessario sapere

Tacchi alti e vene varicose tutto quello che è necessario sapere

Le donne amano indossare i tacchi alti per sentirsi belle e mostrare gambe più sottili, ma sono un buon accessorio per la salute delle vene?

Per capire il rapporto tra le scarpe alte e le vene varicose è necessario conoscere come circola il sangue nelle gambe. Il sistema venoso è formato da una combinazione di tubi, pompe e valvole: il sangue pompato dal cuore arriva alle gambe attraverso le arterie e, nel suo percorso, cede ossigeno per consentire il lavoro dei muscoli. Quando diventa povero di ossigeno, si raccoglie nelle vene per tornare al cuore e poi ai polmoni dove viene nuovamente ossigenato.

Camminare attiva il piede e la pompa del polpaccio, spingendo il sangue sulle vene delle gambe. Quando il piede è sollevato dal pavimento, le vene del piede si riempiono di sangue, invece quando il tallone e l’arco del piede toccano a terra, il sangue scorre nelle vene rilassate del polpaccio. Indossare tacchi alti, dunque, comporta un cambiamento della camminata normale: il peso del corpo essendo spostato sull’avampiede e sulle dita dei piedi fa sì che i muscoli del polpaccio si contraggono notevolmente, spremendo le vene delle gambe e imprimendo al sangue la spinta per salire verso l’alto. Contemporaneamente, un sistema di valvole a livello delle vene impedisce al sangue di ricadere verso il basso attraverso un meccanismo di apertura e chiusura, consentendo il flusso in un’unica direzione.

Se le valvole perdono la capacità di chiudersi, il sangue rifluisce verso il basso e si accumula nelle vene provocandone la dilatazione. Infatti, le vene si definiscono varicose quando sono dilatate e tendono ad assumere un andamento tortuoso, formando veri e propri grovigli detti gavoccioli. Questi possono acquisire un colore azzurre o viola scuro e spesso sono abnormi e contorte. Sia il colore che la forma costituiscono un vero e proprio disagio estetico per moltissime donne.

Le varici sono una vera e propria patologia di cui, in forma più o meno grave, solo in Italia ne soffre circa il 25 % della popolazione, con una netta prevalenza nel genere femminile. L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce questa patologia come una “dilatazione sacculare delle vene che appaiono il più delle volte tortuose”. L’espressione “vene varicose” fa riferimento a una patologia chiamata anche “varicosi”, in cui si verifica una dilatazione permanente di una vena associata a una diversa strutturazione delle pareti venose vicino alla superficie della pelle. Principalmente si tratta di un disturbo che predilige gli arti inferiori, sebbene possa manifestarsi anche in altre aree.

Nella maggior parte dei casi le vene varicose sono espressione di un’insufficienza circolatoria venosa, condizione dovuta ad un difficoltoso ritorno del sangue venoso al cuore. Ma le vene varicose possono essere conseguenza di svariati disturbi, quali: trombi a carico delle vene profonde, compromissione dei vasi, deficienza della pompa muscolare, obesità e sedentarietà.

Al di là dei disturbi estetici, le vene varicose possono provocare sintomi come caviglie gonfie, crampi muscolari, gambe gonfie e stanche, percezione costante di freddo e teleangectasie, cioè ingrossamenti dei vasi sanguigni.

Tra le cause che provocano maggiormente le vene varicose sono da considerare l’età, un’occupazione che richiede molto tempo in piedi, l’obesità e il numero di gravidanze. Invece per quanto riguarda l’ereditarietà, non è stata dimostrata scientificamente, ma una predisposizione familiare è evidente.

Un recente incontro dedicato alle cause e alle fake news più diffuse in tema di vene varicose, Sergio Losa, Direttore dell’Unità di Chirurgia Vascolare dell’IRCCS MultiMedica afferma che “Familiarità, professioni che impongono di stare molto tempo in piedi, fermi nella stessa posizione (dai panettieri ai chirurghi), obesità e scarsa attività fisica sono alcuni dei principali fattori di rischio. È invece un falso mito – precisa l’esperto – quello secondo cui portare scarpe con i tacchi alti provochi le vene varicose. Non permettendo una corretta contrattura del polpaccio, i tacchi, se portati per diverse ore al giorno, influiscono non tanto sulla comparsa e la progressione delle varici quanto sulla sintomatologia della stasi venosa, arrecando un senso di pesantezza e stanchezza alle gambe”.

Uno studio pubblicato sul Journal of Vascular Surgery ha confrontato tre tipi di calzature: i tacchi di 3,5 centimetri, i tacchi a spillo di 7 centimetri e le zeppe di 7 centimetri. Sono state valutati scientificamente gli effetti sull’appoggio plantare e sulla pompa muscolare del polpaccio in alcune giovani donne durante la simulazione della loro camminata.

I ricercatori hanno osservato che con le scarpe da 7 centimetri la funzione della pompa muscolare si riduce e la pressione venosa è più alta del normale. I suoi valori si mantengono invece a livelli fisiologici con il tacco di 3,5 centimetri, infatti con queste calzature l’appoggio plantare è adeguato e i muscoli lavorano correttamente. La zeppa invece risulta essere nemica della corretta circolazione: con questo tipo di calzatura, a dispetto di un senso di maggiore stabilità rispetto al tacco a spillo, viene ridotto l’effetto della spremitura plantare proprio a causa della rigidità della suola.

In conclusione, la formazione di vene varicose a causa dei tacchi alti è una falsa credenza, ma i Flebologi consigliano comunque di non indossare scarpe alte troppo a lungo, specialmente se si deve sostare in piedi per tanto tempo. Anche se non si svilupperanno vene varicose, dopo una lunga giornata con queste calzature, comunque si potrebbe accusare gonfiore, pesantezza, rossori alle gambe e ai piedi, soprattutto in estate. Ad ogni modo i Flebologi consigliano i tacchi larghi, alti circa 3-5 centimetri e suggeriscono di evitare calzature molto basse, come le ballerine, poiché pregiudicano la compressione, cioè la funzione di spinta sulla pianta del piede, ma mettono a rischio la schiena. Dunque, il tacco medio e le calze elastiche risultano i migliori alleati per la salute delle gambe.  

 

Fonte

https://www.veinspecialists.com/blog/high-heels-and-varicose-veins/

Riviste Hearst Group