Nella maggior parte dei casi le vene varicose sono espressione di un’insufficienza circolatoria venosa, condizione dovuta ad un difficoltoso ritorno del sangue venoso al cuore. Ma le vene varicose possono essere conseguenza di svariati disturbi, quali: trombi a carico delle vene profonde, compromissione dei vasi, deficienza della pompa muscolare, obesità e sedentarietà.
Al di là dei disturbi estetici, le vene varicose possono provocare sintomi come caviglie gonfie, crampi muscolari, gambe gonfie e stanche, percezione costante di freddo e teleangectasie, cioè ingrossamenti dei vasi sanguigni.
Tra le cause che provocano maggiormente le vene varicose sono da considerare l’età, un’occupazione che richiede molto tempo in piedi, l’obesità e il numero di gravidanze. Invece per quanto riguarda l’ereditarietà, non è stata dimostrata scientificamente, ma una predisposizione familiare è evidente.
Un recente incontro dedicato alle cause e alle fake news più diffuse in tema di vene varicose, Sergio Losa, Direttore dell’Unità di Chirurgia Vascolare dell’IRCCS MultiMedica afferma che “Familiarità, professioni che impongono di stare molto tempo in piedi, fermi nella stessa posizione (dai panettieri ai chirurghi), obesità e scarsa attività fisica sono alcuni dei principali fattori di rischio. È invece un falso mito – precisa l’esperto – quello secondo cui portare scarpe con i tacchi alti provochi le vene varicose. Non permettendo una corretta contrattura del polpaccio, i tacchi, se portati per diverse ore al giorno, influiscono non tanto sulla comparsa e la progressione delle varici quanto sulla sintomatologia della stasi venosa, arrecando un senso di pesantezza e stanchezza alle gambe”.
Uno studio pubblicato sul Journal of Vascular Surgery ha confrontato tre tipi di calzature: i tacchi di 3,5 centimetri, i tacchi a spillo di 7 centimetri e le zeppe di 7 centimetri. Sono state valutati scientificamente gli effetti sull’appoggio plantare e sulla pompa muscolare del polpaccio in alcune giovani donne durante la simulazione della loro camminata.
I ricercatori hanno osservato che con le scarpe da 7 centimetri la funzione della pompa muscolare si riduce e la pressione venosa è più alta del normale. I suoi valori si mantengono invece a livelli fisiologici con il tacco di 3,5 centimetri, infatti con queste calzature l’appoggio plantare è adeguato e i muscoli lavorano correttamente. La zeppa invece risulta essere nemica della corretta circolazione: con questo tipo di calzatura, a dispetto di un senso di maggiore stabilità rispetto al tacco a spillo, viene ridotto l’effetto della spremitura plantare proprio a causa della rigidità della suola.
In conclusione, la formazione di vene varicose a causa dei tacchi alti è una falsa credenza, ma i Flebologi consigliano comunque di non indossare scarpe alte troppo a lungo, specialmente se si deve sostare in piedi per tanto tempo. Anche se non si svilupperanno vene varicose, dopo una lunga giornata con queste calzature, comunque si potrebbe accusare gonfiore, pesantezza, rossori alle gambe e ai piedi, soprattutto in estate. Ad ogni modo i Flebologi consigliano i tacchi larghi, alti circa 3-5 centimetri e suggeriscono di evitare calzature molto basse, come le ballerine, poiché pregiudicano la compressione, cioè la funzione di spinta sulla pianta del piede, ma mettono a rischio la schiena. Dunque, il tacco medio e le calze elastiche risultano i migliori alleati per la salute delle gambe.
Fonte
https://www.veinspecialists.com/blog/high-heels-and-varicose-veins/
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